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di Marco Federico

james Bond

Intervista a Gabriella Gagliardini: ex Ispettore di Polizia ed ex agente del Sismi.

Drin… suono alla porta, sento avvicinarsi una persona che, con passo discreto e determinato, si appresta ad aprire l’uscio di casa..Ho la sensazione di trovarmi di fronte ad una signora riservata, di poche parole, ma cordiale nell’accoglienza. Il motivo dell’incontro e` il suo libro: “Biografia di una 007”.

E` sicuramente una storia avvincente ed intrigante che accompagna il lettore dentro il racconto e la cronologia dei fatti. Il libro, nello snocciolarsi delle vicende, offre al lettore la possibilita` di andare oltre il vissuto della protagonista e, quindi, di guardare non solo alle proprie vicissitudini, ma anche al mondo degli altri e di riflettere sull’ineluttabilità di certi percorsi di vita. C’è tempo per ogni cosa…, ed è per questo che la vita stessa ci insegna ad andare sempre avanti…

Le vicende vissute e le persone incontrate durante i continui trasferimenti mettono in evidenza gli aspetti umani in un continuo intreccio di : invidie, gelosie, interessi personali, ripicche e vendette nei confronti di chi si dimostra integerrimo nel proprio lavoro. Dopo questa travagliata esperienza come ha imparato a difendersi dagli altri?

Sono stata sempre un po’ diffidente, forse anche per questo sono riuscita a difendermi da chi voleva schiacciarmi in tutti i modi. Certamente questa esperienza mi ha temprato ancora di più ed il primo impatto con le persone forse è ancora più prudente rispetto a prima, ma occorre reagire ed andare avanti.

I momenti di solitudine che, purtroppo, si è trovata a dover affrontare, hanno cambiato la sua visione della vita?

Non direi tanto, dal momento che avevo già avuto un’esperienza estremamente negativa, la morte prematura di mia madre, che mi aveva fatto capire come la vita, a volte, possa essere spietata e ci si debba attendere di tutto. Quello che, però, è accaduto a me nelle note vicende è stata una cosa del tutto imprevedibile, inaspettata ed inaccettabile. Io, che avevo sempre lavorato per la giustizia, ero stata invischiata, dagli altri, in fatti che non mi appartenevano.

Leggendo il suo libro, si intravedono analogie e parvenze kafkiane: “l’impotenza di fronte ad un evento e la conseguente relazione con la burocrazia giudiziaria”. Durante tutta la vicenda, si è sentita, a volte, come protagonista di un racconto di Kafka?

Sì, possiamo trovare degli elementi kafkiani, soprattutto nei momenti di angoscia per un destino implacabile, tuttavia c’è un’enorme differenza: tutto quello che mi è capitato non è stato frutto della fantasia di un narratore, purtroppo, i fatti sono realmente accaduti, così come li descrivo nel libro, senza aver aggiunto, né tolto niente.

La “macchina mediatica” talvolta può diventare un potente mezzo distruttivo, per questo motivo, andrebbe utilizzata con molta cautela. Ha mai pensato dopo questa esperienza, di impegnarsi con iniziative e progetti a tutela di ogni cittadino?

Effettivamenti i mass-media sono delle armi potentissime che, se scagliate contro una persona, a volte, riescono anche ad annientarla. Un individuo dotato di una personalità debole, per esempio, non riesce a fronteggiare quella potenza distruttiva e, molto spesso, soccombe andando verso un destino ancor più crudele. Auspico fortemente di poter arrivare a fare qualcosa di costruttivo per questi cittadini che sono in balia delle ondate mediatiche. Gli operatori dei mass-media non dovrebbero mai dimenticare la deontologia della loro professione ed avere la consapevolezza della potenza dell’arma che hanno a disposizione, lasciando ogni tanto il “beneficio del dubbio” riguardo ai soggetti che attaccano. Non per niente si dice che “uccide più la parola che la spada”.

Quali sono adesso le sue aspettative? Ha un sogno nel cassetto che vorrebbe ancora realizzare?

Ho molto a cuore il problema della giustizia, troppe persone innocenti vengono ancora incriminate per fatti che non hanno commesso e, viceversa, moltissimi autori di delitti riescono a farla franca troppo spesso, senza essere assicurati alla giustizia per ragioni piùGabriella2 disparate: incompetenza nelle indagini? Tendenze politiche? Mete di potere? Clientelismo? Poteri occulti?…

Il mio sogno sarebbe quello di poter dare un contributo effettivo e concreto ad un progetto di riforma della giustizia per riuscire a far fronte a tutte le incongruenze perpetrate giornalmente da un meccanismo lento, anacronistico ed inefficiente.

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